Il Progetto di Restauro della Chiesa Rupestre Santa Maria Mater Domini nella Gravina Casale e il Borgo San Leonardo
Nel luglio 2020, l’associazione BookingGinosa mi invita, insieme con gli altri tecnici coinvolti e alcuni membri dell’associazione, ad effettuare un sopralluogo in un’area del Centro storico di Ginosa a me fino ad allora sconosciuta. È una parte del territorio che mi ha sempre incuriosito e su cui ho sempre fantasticato ogni qualvolta attraversavo la ss.580 dir. Laterza. L’intento dell’associazione era di partecipare ad un bando emanato dal GAL “Luoghi del Mito e delle Gravine” per riqualificare una parte del territorio. Girando per quel brano della città e ascoltando i racconti dei miei accompagnatori, mi è stato immediatamente chiara quale dovesse essere la strada da seguire.
In linea con quanto stabilito dal bando del Gruppo di Azione Locale “Luoghi del Mito e delle Gravine” Azione 4 “Il Circuito della bellezza e dell’inclusione” Intervento 4.2 – “I siti rupestri delle Gravine”, il progetto presentato ha come scopo il recupero di un sito appartenente alla civiltà rupestre affidandogli il compito di innescare dinamiche sia di tipo culturale-conservativo, storico-architettonico e naturalistico-ambientale, per il contesto in cui il bene oggetto d’intervento è inserito, e sia di tipo ricreativo-turistico con un duplice intento: stimolare lo sviluppo locale e dare la possibilità di creare delle piccole imprese connesse con la conservazione e la valorizzazione del bene e del suo intorno.
La scelta è stata quella di lavorare su una Chiesa Rupestre, che per la sua posizione è attualmente poco conosciuta anche dagli abitanti del luogo.
Ci troviamo a Ginosa, dove la Gravina diventa meno inospitale, caratterizzata dalla presenza di abitazioni scavate nella roccia e dalla progressiva stratificazione del costruito. L’intervento proposto riguarda il Restauro della Chiesa Rupestre di Santa Maria Mater Domini, ubicata all’interno della “Contrada dell’Antica” nel quartiere S. Leonardo, a ridosso della Gravina posta a nord ovest di Ginosa che costeggia il medesimo quartiere. (FOTO 1)

Come ritroviamo nelle diverse fonti che citano la Chiesa, essa rappresenta il fulcro del borgo medievale caratterizzato da una fontana e, a partire dai primi anni del XII secolo, da una domus dei cavalieri teutonici.
Per la sua costituzione e la sua posizione, la Chiesa Rupestre di Santa Maria Mater Domini può essere considerata un “UNICUM” nel territorio circostante. La Chiesa, infatti, è composta da due corpi: uno di origine medioevale scavato in grotta (cripta) con un avancorpo, costruito in epoche più recenti, che ne aumenta le dimensioni, l’altro, di fattura Settecentesca, si trova posizionato nella parte superiore a creare una piccola Cappella dedicata a San Leonardo. (FOTO 2)

La Chiesa-Cripta oggetto di intervento presenta una pianta quadrangolare. La parte scavata ha un soffitto sbozzato a carena o a capanna, mentre la parte costruita è coperta da una volta a botte lunettata. (FOTO 3)

Al suo interno sono presenti diversi affreschi oggi in avanzato stato di degrado: un San Nicola posto come se fosse una pietra tombale (o più semplicemente posto così per creare una mangiatoia) con la scritta S[ANCTUS] NICOLAUS; una tarda Deèsis sull’altare medioevale, col Cristo, fra la Vergine e San Giovanni Battista, che regge un libro con la mano sinistra e benedice; altri affreschi ai lati dell’altare. Un piccolo locale alla sinistra dell’altare funge da sacrestia.
La Chiesa è priva di impianto elettrico e di illuminazione e non sono presenti servizi igienici. (FOTO 4 e 5)


L’accesso al bene avviene attualmente attraverso una scalinata comunale che da via Mater Domini porta al Sagrato della Chiesa Rupestre, garantendone così la fruibilità del bene. L’indagine storica è importante per comprendere come si è evoluto l’edificio oggetto d’intervento nel corso del tempo. Il complesso, in epoca moderna, è stato caratterizzato da lavori di ripristino e restauro, spesso non adeguati al reale valore storico della struttura, che lo hanno portato a noi nelle attuali condizioni. Nel 1996, è stato approvato dalla Soprintendenza dei Beni Culturali e del Paesaggio di Taranto un progetto a firma dell’Arch. Cosimo Conte che prevedeva il restauro del tetto e del pavimento in cotto oltre alla fornitura e posa in opera degli infissi in legno (portoncino d’ingresso e finestre) da realizzarsi secondo i dettami della Soprintendenza. Non ci sono, invece, notizie certe in merito ad un altro intervento del 2005 che viene spesso citato nella memoria degli abitanti del quartiere, nel quale si ipotizza un intervento di pulitura delle superfici che è risultato invasivo e aggressivo, fatto con una strumentazione poco consona al valore storico-architettonico del sito.
Intervistando gli abitanti del quartiere e il Parroco, inoltre, è emerso uno stretto legame tra tutto il complesso rupestre e il quartiere di appartenenza, non solo da un punto di vista simbolico ma anche e soprattutto da un punto di vista religioso.
Le fonti ci raccontano di come la Chiesa sia fortemente legata alla religiosità popolare. In passato, infatti, all’interno e nei pressi di essa, veniva celebrata un’importante festa, ogni prima domenica di novembre, durante la quale si degustavano le castagne ed il vino novello.
Per anni questa tradizione è stata abbandonata per essere poi ripresa. Durante questa ricorrenza, per tre giorni, in occasione della morte di San Leonardo (6 Novembre), si celebra una festa religiosa e pagana che ha come fulcro la piazzetta antistante la Chiesa di più recente costruzione e la celebrazione liturgica nella Chiesa Rupestre animando il quartiere per un po’ di giorni. (FOTO 6)

Chiesa superiore.
Per comprende, l’importanza del progetto presentato, è necessario comprendere il contesto in cui la Chiesa è inserita.
L’abitato originario di Ginosa si è sviluppato negli anni, a partire dalla sua formazione, sui due fianchi della Gravina, lungo le sponde del Torrente Lognone Tondo, generando due villaggi: “il Casale” e “la Rivolta”.
Questi, con il passare del tempo, partendo dalle dimore trogloditiche, si sono man mano stratificati fino ad assumere la conformazione attuale: un agglomerato di abitazioni poste l’una sull’altra senza soluzione di continuità. È proprio a questa stratificazione che appartiene il Quartiere di San Leonardo, posto in posizione dominante rispetto alla Gravina sottostante. Dell’antico borgo ne era l’ingresso e la vedetta. (FOTO 7)

Oggi, a seguito delle progressive trasformazioni evolute nell’attuale conformazione urbanistica dell’abitato, il Quartiere San Leonardo risulta essere un borgo separato dal resto dell’abitato dall’omonimo ponte. Posto a Nord del centro cittadino, ne è ancora la “porta d’ingresso” del paese.
Si tratta di un nucleo storico urbano che la Gravina ha tenuto fisicamente distaccato dal principale centro storico del comune di Ginosa e che per tale motivo, anche a seguito delle urbanizzazioni successive, è stato poco considerato e integrato con il resto del paese. Oltre all’elemento Naturale, anche la presenza della Strada Statale 580 (via Puglie), ad alta percorrenza, ha contribuito all’isolamento del quartiere, lasciando alla piazzetta posta davanti alla Chiesetta di San Leonardo, la funzione di unico punto d’incontro per gli abitanti del posto.
Pertanto, l’isolamento del quartiere in aggiunta all’abbandono delle abitazioni presenti e all’appropriazione abusiva di lembi di territorio comunali, rendono fondamentale una riqualificazione dell’intero quartiere. (FOTO 8)

Gli eventi alluvionali che hanno colpito Ginosa a partire dal 2013 hanno provocato l’interruzione dell’accesso alla chiesa Madre nel centro storico, a causa di crolli di alcuni vecchi edifici e del tratto stradale sia sul Costone destro sia sul Costone sinistro. Utilizzando come punto di partenza proprio il quartiere San Leonardo, si potrebbe creare una nuova porta d’accesso al Centro storico più propriamente conosciuto come tale. Proprio in quest’ottica diventa fondamentale il progetto di Restauro della Chiesa Rupestre di Santa Maria Mater Domini che vuole diventare il simbolo della rinascita del Quartiere come primo anello di collegamento con il principale centro storico del comune di Ginosa.
Si tratta di un micro-intervento che potremmo definire di “Agopuntura urbana”.
L’agopuntura cos’è? “È una medicina alternativa che attraverso l’inserimento di aghi in specifiche parte del corpo umano, promuove la salute ed il benessere dell’individuo, infatti, secondo la medicina cinese, stimolando questi punti si possono correggere gli squilibri nel flusso del “qi” attraverso dei canali chiamati “meridiani” […]”. Allo stesso modo, il concetto di agopuntura urbana, considerando la città come un organismo, si oppone a quello dell’urbanistica tradizionale “calata dall’alto”, che aveva in Le Corbusier il suo ispiratore, e individua con l’osservazione diretta i luoghi in cui scorre la vita reale della città.
Le linee guida del progetto ci vengono fornite a noi tecnici ed operatori culturali, dal modo in cui lo spazio è vissuto realmente: dei bambini che giocano al suo interno; l’uso dello spazio per eventi che potremmo definire “clandestini” (come può essere quello di un mercato in un’area non mercatale); la presenza di resilienze storiche e/o naturali, come il caso di questa Chiesa-Cripta. Dall’osservazione attenta dell’uso e delle caratteristiche dello spazio e del suo intorno, si capisce come questi luoghi possono diventare terreno fertile per innestare progetti sostenibili, il cui scopo, proprio come avviene nel caso dell’agopuntura, è quello di apportare maggiore autenticità e vivibilità all’intero corpo urbano.
Pertanto, partendo dal restauro delle superfici decorate della Chiesa, dalla sistemazione dello spazio interno e dell’area adiacente ad essa per renderla fruibile anche alle persone a ridotte capacità e utilizzabile nelle diverse ore del giorno, il progetto mira a rendere il Quartiere vivo non solo in occasione della festa di San Leonardo, ma durante tutto l’anno.
L’idea di progetto è quella di intervenire con un restauro di tipo conservativo della Chiesa e una nuova rifunzionalizzazione degli spazi che non vada ad alterare le funzioni già presenti in essa, ma permetta di integrarne di nuove, adeguate comunque allo spazio sacro in cui ci troviamo. (FOTO 9)

Il progetto, infatti, prevede il consolidamento delle superfici decorate e di quelle in materiale lapideo e la dotazione di un impianto di illuminazione che permetta lo svolgimento non solo di visite guidate e cerimonie liturgiche da svolgersi durante il giorno, ma anche di eventi serali quali, ad esempio, letture di libri o saggi, concerti di musica, rappresentazioni a carattere religioso (perché ad oggi la Chiesa non risulta ancora sconsacrata) e anche di piccoli matrimoni religiosi. (FOTO 10)

La presenza dell’affresco di San Nicola, inoltre, suggerisce l’ipotesi (sulla quale l’associazione Bookingginosa sta già lavorando) di inserire la Chiesa non solo in un circuito cittadino in cui sono presenti i punti d’interesse, ma anche in un circuito di respiro più internazionale. Sappiamo infatti come San Nicola sia un Santo che accomuna un po’ tutte le diverse religioni e di come esso sia venerato davvero in tutto il mondo. Si potrebbe pensare alla realizzazione di un circuito che attraverso il Culto del Santo porti i pellegrini ad effettuare un tour che attraversando i luoghi possa giungere anche a Ginosa.
In una visione di più ampio respiro c’è dunque la volontà di trasformare l’abitato di San Leonardo da un frammento di città storica dimenticata ad un nuovo fulcro del centro Antico.
Architetto Tiziana Latorre
LE FONTI:
http://www.cartapulia.it/web/guest/dettaglio?id=121469
http://www.concadellegravine.nbit.it/ginosa/sanleonardo
https://www.fondoambiente.it/luoghi/chiesa-rupestre-di-san-leonardo-quartiere-san-leonardo?gfp
http://www.michelegalante.it/san-leonardo-0
Nicola Parisi – Un progetto per Ginosa. Il parco delle eccellenze artigiane di Puglia – Ed. Adda (2017)