Chiesa Matrice
La chiesa Madre di Ginosa venne eretta nella prima metà del 1500 ad opera del maestro muratore Patalino di Castellaneta per essere completata nel 1550, un periodo nel quale la struttura rupestre delle case grotte minacciava seriamente la vita dei ginosini per i continui crolli. Fu costruita su un masso tufaceo già utilizzato per una precedente chiesetta, incorporata, ricco di antiche sepolture.
Altre cavità sotto il pavimento furono utilizzate per secoli come sepoltura pubblica, collezionando un vastissimo ossario. Dedicata inizialmente a S. Martino di Tours, nel 1765 venne affidata alla protezione della madonna del Rosario in auge per aver protetto le truppe cristiane contro i turchi. Al suo interno numerosi dipinti di buona fattura, di scuola napoletana, vi si conserva un raro e prezioso organo del settecento perfettamente funzionante. Sulle facciate esterne tracce di affreschi, sulla facciata principale ancora riconoscibile S. Martino che taglia il suo mantello.
Piazza Orologio
Questa piazza prende il nome dalla torre con orologio posta al centro, edificata nel 1819 a spese dei proprietari dei nuovi palazzi che venivano a delimitare la piazza, al posto del Sedile preesistente, di cui purtroppo non si hanno immagini. Si distinguono tre principali costruzioni che sulla piazza si affacciano: il palazzo Miani per molti anni utilizzata per ospitare la scuola media Carducci, il palazzo Tarantini che ospita un bar ristorante e il palazzo Strada che offre alla vista due bellissimi medaglioni dorati con teste femminili stile Liberty.
Meritevole di attenzione l’arcata che incornicia una finestra della casa posta all’imbocco del tratto di via Garibaldi verso il Castello con a centro l’arma di una casata nobiliare con simboli araldici, sfere e gigli, probabilmente la casa del marchese di cui parlano gli archivi parrocchiali. Dalla parte opposta su via Garibaldi la chiesa di s. Giuseppe, già appartenuta al convento delle Oblate che vi hanno avuto sede per moltissimi anni.
Castello
In fondo, o meglio all’inizio del corso Vittorio E. si erge il castello normanno (1080) voluto da Roberto il Guiscardo.
Domina l’ansa della gravina che svolta da nord a sud, su uno sperone del masso che degrada verso la chiesa Matrice e l’antico quartiere de La Porta.
Il Castello, originariamente consistente in tre torri, che avevano una funzione difensiva per la segnalazione delle navi saracene attraverso una serie di altre torri fino a Torre Mattoni di Marina di Ginosa, subì una serie di modifiche con abbattimento delle torri e la creazione di comode residenze intorno al 1500, da parte dei feudatari Doria.
Scendendo da via Alcanices e passando sotto il ponte in pietra, si accede a via Matrice che si apre su uno scenario unico e mozzafiato che avvolge la chiesa Madre in una cornice di sogno.
Cripta e chiesa Maria Mater Domini e S. Leonardo.
Chiamata comunemente Chiesa di San Leonardo è in realtà un complesso monumentale posto sul masso cosiddetto dell’Antica, alla cui base una cripta del ‘400 scavata nel masso. Nella cripta si osservano alcuni affreschi che risalgono alla fine del 1700 quando presumibilmente fu realizzato un altare sovrastato da un cartiglio che accoglieva l’immagine della Madonna. Un affresco di s. Nicola da Tolentino, proveniente da altro sito, è posto alla base di un altare laterale ormai scomparso. Alla fine dell’ottocento il tutto fu ampliato e modificato, con la realizzazione di un avancorpo della cripta che ingloba il vecchio campanile e la sopraelevazione di una chiesetta dedicata anch’essa a Maria Mater Domini, Patrona della vicina Laterza da cui evidentemente deriva il culto per la madre di Dio. Alla fine della prima guerra mondiale, quando molti ginosini erano prigionieri di guerra, fu donata, dalla famiglia Giannatelli una statua di S. Leonardo in quanto protettore dei prigionieri e carcerati. Da allora la chiesetta è comunemente chiamata di San Leonardo.
Gravina e villaggio Rivolta
Il territorio di Ginosa è fortemente caratterizzato dalle gravine, canaloni scavati nei millenni dalle acque meteoriche, che lo solcano verso il mare. La gravina di Ginosa è l’unica nel Parco delle gravine percorribile a piedi in un ambiente estremo e un paesaggio esclusivo; dal lato nord, oltre la chiesa di Mater Domini e san Leonardo, dove è aperto lo scavo archeologico dell’Oscurusciuto, un sito che ci riporta all’uomo di Neanderthal, fino alla parte sud dove degrada verso la pianura, il percorso trekking riserva sorprese di tipo naturalistico, rupestre con insediamenti antropici. Superata l’ansa che circonda lo sperone tufaceo dove troneggia il castello normanno e dove si adagia la chiesa madre, si arriva alla Rivolta (in dialetto larenmolte, la remota), un villaggio rupestre, abitato fino al 1950, una struttura su vari livelli dove oltre alle case grotte scavate sul costone tufaceo, si scoprono le vie dell’acqua, le scalette, i comignoli, le chiese, i forni, le cisterne. Un osservatore attento trova facilmente selci e altri reperti di varie epoche.